La follia di scrivere un libro

  • La follia di scrivere un libro

    Da tempo mi frullava per la testa di raccontare attraverso le pagine di un libro in modo semplice e comprensibile, i sessanta e più anni, di giornalista e “personaggio pubblico della radio e televisione”.
    Francamente non sapevo minimamente dove iniziare e allora mi sono affidato alla tastiera del mio computer.
    All’ inizio, mi è sembrato una vera e pura follia.


  • Innanzitutto, mi sembrava troppo pretenzioso raccontare fatti strettamente legati alla vita dei miei genitori, dei miei cari amici e dei personaggi incontrati e intervistati nel corso del tempo.
    Poi mi sono detto: “molti di loro non ci sono piu` e quindi non potrò essere redarguito. Speriamo che dall’ alto dei cieli sapranno perdonarmi”.
    Nel corso di questa avventura, parlerò di mio padre e le sue vicissitudini durante i suoi undici anni di servizio militare agli ordini del Regio Esercito italiano.
    Racconterò anche della mia dolcissima ed adorabile mamma Irma e il suo tempo trascorso a pregare il buon Dio che facesse tornare sano e salvo mio padre mandato a servire la Patria nella sciagurata guerra voluta da Mussolini.
    Mamma Irma, donna molto devota di Sant’Erasmo, patrono di Roccagorga, pregava affinché potesse intercedere e guidare il cammino del babbo verso casa.
    Racconterò episodi ed aneddoti legati a nonno Vincenzo, (detto Cenzo) della nonna Camilla (la diplomatica), degli zii Ferdinando, Algimiro e Giuseppe.
    Non mancheranno le mie vicende vissute durante sessanta anni di vita in Canada.
    Per raccontare tutto e con qualche difficoltà, ho cercato di riavvolgere il nastro intellettuale che ormai diventa sempre piu` fragile per focalizzare gli eventi che in qualche modo hanno cambiato la mia vita e spero anche di molti italiani che negli anni mi hanno seguito in radio e tv.
    Tenterò di raccontare in modo sintetico eventi storici, politici, culturali e sociali di un mondo in continua evoluzione.
    Un lungo capitolo l’ho voluto dedicare ai miei 45 anni di collaborazione con la Chin Radio and Television (unico lavoro dopo un breve periodo al Giornale di Toronto, nelle vesti di vice-direttore e inviato speciale).
    Insomma una maratona di cose, spero importanti, ma anche piccoli episodi che in qualche modo hanno modellato il mio modo di vedere il mondo.
    Ho voluto dedicare anche molti capitoli all’avventura di inviato al Festival di Sanremo (35 in tutto) alla politica, alla solidarietà, al contributo sociale della mia gente, la morte e la rinascita della Federazione Laziale del Canada, e i dodici anni passati alla presidenza del sodalizio laziale.
    Illustrerò in forma sintetica le amicizie di alcuni amici che nel bene e nel male, sono stati i miei maestri di vita.
    E per concludere, un lungo capitolo l`ho dedicato alla musica che per 35 anni è stata la colonna sonora del programma radiofonico pluripremiato “Wake up Italian Style”, il programma radiofonico in lingua italiana in Canada più seguito non soltanto dagli italo-canadesi ma, anche e soprattutto, da latino-americani, portoghesi e canadesi.
    Nel corso della mia carriera giornalistica, ho avuto il privilegio di intervistare sia per la radio, sia per la televisione, oltre 3000 personaggi che spaziano dal dittatore Fidel Castro, all’ astronauta dell`Apollo 11 Buzz Aldrin (allunato il 20 luglio 1969 sulla superfice lunare).
    Poi c`è il Presidente degli Stati Uniti Ronald Regan, il fratello di Bill Clinton, Gina Lollobrigida, star antipatica e presuontosa, Sophia Loren, dolce intellettuale e gran signora del cinema e centinaia di cantanti, musicisti, attori, registi e colleghi della carta stampata, radio e televisione.
    Per oltre 45 anni, ho avuto il privilegio di fare l` inviato speciale chiamato a raccontare in prima persona, il Festival rock di Woodstock e quello delle “Fragole” a Mosport. Ho raccontato la cronaca del terribile terremoto in Messico, Irpinia e Friuli. Ho avuto il previlegio di seguire per due volte la visita del Papa a Toronto. Ho seguito l`ambasciatore d`Italia in Canada Paolo Fulci e la delegazione canadese in visita ufficiale in Italia. Per lo sport ho avuto la fortuna di raccontare quattro campionati di calcio. Ma il grosso dei miei lunghi anni (35) li ho dedicati al Festival di Sanremo dove ho avuto la fortuna di incontrare delle persone squisitissime e umili e con i piedi per terra, ma anche cantanti superbi, ignoranti e presuntuosi.
    Di Sanremo ho comunque un bellissimo ricordo che mi piace segnalare: l`incontro con il redattore capo di Rai International, Augusto Milana.
    Augusto, giornalista di spicco e raffinato, per due anni consecutivi, mi affidò la conduzione del Festival di Sanremo per Rai International. Un privilegio che pochi possono vantare.
    Nel cammino della vita si fanno amicizie, si incontrano personaggi pronti a sfruttarti, a raggirarti, usarti per i loro loschi interessi, ma si incontrano tantissime persone con cui l`amicizia diventa sacra e per tutta la vita.
    Tra questi, mi piace annoverare, Johnny Lombardi, il figlio Lenny, sua moglie Grace eTeresa Lombardi. Per me non sono stati soltanto datori di lavoro, sono stati e rimangono dei veri amici. In tutti questi anni di collaborazione non mi sono mai sentito essere un dipendente, ma uno di famiglia dove il lavoro diventa un fatto secondario.
    Un capitolo l`ho volutamente scrivere per ringraziare un altro amico, Sergio Tagliavini, che negli anni, oltre ad essere stato un maestro del giornalismo, è stato un consigliere, un fratello maggiore, ispirazione per tutti noi che abbiamo scelto il mestiere di comunicatori.
    Infine, ho voluto dedicare dei capitoli ai mezzi di comunicazione che negli anni hanno formato le coscienze di tanti nostri fratelli e sorelle in Canada. Tra i miei amici di avventura, mi piace menzionare Tony Porretta, uomo di grande umanità e promotore della nostra cultura in Nord America. Ma tra i miei amici c`è anche uno straniero, Alì Bidabadi. Ho conosciuto Ali negli anni ottanta durante le riprese di un servizio televisivo per la Chin Tv. Era appena arrivato a Toronto da Londra in cerca del primo lavoro come cameraman. Da allora è` diventato un compagno di mille avventure giornalistiche e una persona perbene. Ali, figlio di un cineoperatore iraniano, a seguito dello Scia, scappò insieme ai genitori durante la rivoluzione dell’Ayatollah Khomeini.
    Vi auguro buona lettura!